Approfondimenti

Approfondimenti

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Facciata della chiesa di S. Salvatore in Campi in una fotografia del 1908


La storia

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La Chiesa di San Salvatore, anticamente detta "Pieve di Santa Maria", sorge in uno slargo lungo l'antica via Nursina, che da Spoleto arrivava a Norcia. La pieve romanica, grande appena un quarto della Chiesa arrivata sino a noi, prese il posto di un edificio romano preesistente, un tempietto pagano, che, all'avvento del cristianesimo, fu dedicato a Santa Maria. Fino al 1493 risulta dipendente dalla vicina abbazia di Sant'Eutizio di Preci; i monaci benedettini ne documentano l'esistenza citandola già  nel 1115. Una prima ricostruzione avvenne al principio del XIV secolo, dopo il terremoto del 1328: fu allungata l'unica navata con tetto a capanna, in fondo fu elevato il presbiterio, la facciata venne arricchita di un nuovo portale ad arco ogivale, ornato con l'agnello crucigero del'ordine di San Benedetto. Alla fine del XV secolo, l'antica pieve venne raccordata con un''altra aula eretta sulla destra, in posizione simmetrica. Sul portale destro era visibile l'incisione 1491, probabilmente l'anno di completamento dei lavori. Fu di questo periodo la dedicazione a San Salvatore e la trasformazione in Chiesa "extra moenia" del Castello di Campi, dopo che dai benedettini venne ceduta alla comunità  di Campi e assoggettata alla parrocchia di Sant'Andrea del Castello nel 1493. L'ampliamento restituirà una chiesa a due navate, di quattro campate ciascuna, con doppio portale e doppio rosone simmetrici e una copertura a capanna.


Architettura della Chiesa

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Le due aule di cui si compone la Chiesa erano raccordate da un’unica copertura a capanna con facciata simmetrica, con due rosoni e due portali a sesto acuto ricchi di intagli. Il portale di destra, a due rincassi con colonna a spirale, e il rosone corrispondente erano molto più ricchi di quelli di sinistra, lato che però vantava più accuratezza ed omogeneità nella cortina muraria. Era inoltre presente un piccolo portico medievale sorretto da una tozza colonna centrale e due ante laterali.
Il muro perimetrale sul lato destro presentava all’esterno un andamento a scarpa, con numerosi materiali di spoglio (iscrizioni ed un frammento di fregio). Il muro terminava con un’alta torre campanaria in pietre conce ben levigate, iniziata dai maestri locali nel quattrocento, ma portata a termine da maestri lombardi intorno al 1538. Era composta da tre ordini che si innalzavano da un basamento modanato, con cinque piccole finestre a strombo; era priva di cuspide, andata distrutta nel terremoto del 1859. Adiacente al lato sinistro dell’edificio si trova il piccolo cimitero.
Nella navata di sinistra, a circa metà della sua lunghezza, era presente una struttura singolare, difficilmente classificabile, come testimoniano i diversi termini scelti in letteratura per descriverla. Si tratta di un'architettura nell'architettura, definita 'iconostasi'. Le date inscritte sul parapetto della tribuna superiore fecero pensare ad alcuni studiosi della Chiesa, di collocare la realizzazione di detta iconostasi nel 1463. Tutta la navata sinistra risultava affrescata, fino alla parete retrostante l’altare. La navata destra, al contrario, risultava meno decorata, ma conserva comunque importanti testimonianze. Sul pavimento, ad esempio, è inciso il progetto, mai realizzato, del campanile della Chiesa.
Le due navate erano suddivise da cinque massicci pilastri quadrangolari in muratura, ricavati dalla antica parete laterale destra del corpo più antico della Chiesa.
A copertura dell’aula destra erano presenti volte a crociera con costoloni, mentre nell’aula a sinistra, per le prime due campate, era presente la copertura a vista, per le restanti campate, sul retro del pontile, volte a crociera affrescate. La Chiesa era costruita interamente in conci lapidei squadrati.

Iconostasi

Pontile

L'iconostasi si trovava in corrispondenza di un arco trionfale della Chiesa. Era composto da tre fornici poggiati su due colonne ottagonali con capitelli a foglia di acanto; l’arco centrale era a tutto sesto, mentre i laterali a sesto acuto e poggiavano, a destra, su un pilastro e, a sinistra, sulla parete laterale dell’aula. Un sistema di piccole volte univa questo prospetto a quello sul retro, forato soltanto nella parte centrale, da un arco identico a quello sul fronte principale.
Sopra i tre archi e sul lato sinistro dell'iconostasi era presente una fascia di pietra scolpita su cui si impostavano colonnine quasi tutte a spirale e di forme svariate come i capitelli, a loro volta a sostegno di 18 archetti ciechi a tutto sesto, trilobati. I benedettini la fecero decorare dagli stessi artisti che lavoravano a Visso e Norcia: Giovanni e Antonio Sparapane (pittori norcini, padre e figlio), come ricordava una iscrizione sull’arco centrale. Essi dipinsero l’Annunciazione, la Pietà, le Donne al Sepolcro e la Resurrezione; negli archetti gli Apostoli e la Madonna con Bambino. Per la decorazione della parte inferiore vennero chiamati Nicola da Siena e Domenico di Jacopo da Leonessa nel 1466. Suoi erano gli affreschi della volta di destra: Angeli recanti i simboli della Passione e Cristo della Messa di San Gregorio, trafugato dopo il distacco, qualche decennio fa. Sul lato corto i SS. Gerolamo, Gregorio Papa e Agostino furono dipinti nel 1493 dopo l’aggiunta della seconda navata.
L'iconostasi, grazie ad una scala in pietra, consentiva l’accesso all’attico superiore che custodiva un grande crocifisso ligneo ritenuto miracoloso. Dietro al Crocifisso un vasto affresco datato 1446, riemerso dopo il terremoto del 1979, fungeva da sfondo; vi erano rappresentati la Madonna e San Giovanni Evangelista con Angeli che raccolgono il sangue di Gesù nei calici e si squarciano le vesti dal dolore.

 

Gli affreschi

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Gli affreschi della Chiesa di San Salvatore in Campi, rappresentano una vera e propria antologia pittorica del territorio, rappresentativa del quattrocento nursino.

Immagini di fine del ‘300 dipinti da un pittore umbro di scuola spoletina, erano nella parete di fondo del presbiterio sinistro e nella lunetta contigua. La crocifissione, in stile giottesco prendeva tutta la parete. La scena raffigurata era assai movimentata: a sinistra un piccolo gruppo composto da committenti e trombettieri, quindi alcune pie donne con Maria Addolorata; seguiva un gruppo di soldati, Longino aureolato a cavallo e altri cavalieri irrequieti; al centro in basso la Maria Maddalena abbracciata alla Croce, sola nel suo dolore. Diversi i due crocifissi laterali: da quello di destra usciva l’anima dannata in forma di bambino afferrato da un diavoletto; in quello di sinistra l’anima era accolta dagli angeli. Al centro in alto il volto pallido del Cristo morto.
Ai lati i Benedettini fecero dipingere i loro fondatori Benedetto e Scolastica, patroni di Norcia.
Nella cornice dell’arco, quattro Evangelisti e quattro profeti maggiori rilevano nei filatteri gli episodi della passione.


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Per la bibliografia e gli ulteriori approfondimenti, si rimanda al testo di Giovanni Luca Delogu dal titolo “Il simulacro di San Salvatore in Campi”, in “Capolavori del Trecento – Il cantiere di Giotto – Spoleto e l’Appennino” a cura di Vittoria Garibaldi e Alessandro Delpriori, edizioni  “Quattroemme”, Perugia.

Immagini San Salvatore com’era:
http://www.norcia.net/san-salvatore-norcia.html
http://www.iluoghidelsilenzio.it/pieve-di-san-salvatore-campi-di-norcia/

da G. Sordini - "Gli Sparapane da Norcia. Nuovi dipinti e nuovi documenti" - Facciata della Chiesa di San Salvatore (1908)
da Gabinetto Fotografico Nazionale - Norcia, Campi - Chiesa di San Salvatore - Facciata - Sullo sfondo a destra veduta di Campi (1911)
L'interno della Chiesa - foto Delpriori
Affresco 'L'Incoronazione' sul retro del pontile - foto Delpriori



may 2019
text by Chiara Romano